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Art - Art Reviews - Review | by Fabrizio Ajello in Art - Art Reviews on 05/12/2008 - Comments (0)
 
 
 
Arte, Prezzo e Valore @ Firenze

A total immersion into the complex relationships that tie together contemporary Art and global economic system through eyes and works of twentyone protagonists of the international art scene.

 
 

The economy that changed many fields of political, social and artistic life of the entire world, becomes the object-subject of artists' works and acts, it is therefore revisited and talked out in all its complex mechanisms that support different areas of the production system. The logic of economy today is the law that controls the whole planet but, over the time, contemporary art seems to have reached a wide control over the relationships involved, and a firm detachment aimed at unhinge the dinamics of the Power.

Not a simple exhibition dedicate to contemporary art in relation with the world of international economy. Not simple because it occurs during an hard time of crisis for every social levels and sectors. Far-back the world of art finds itself at cohabit with the international market shifts and peculiarities, its whims. The value's meaning is now detached from the price. Prices are disconnected from goods. Goods are separated from their functionality. Their fucntionality is separated from their real value. We could endlessly keep on. That is, because the economy circus looks in all like the art circus. Circus meant as spell, as magic blunting; it is not by chance that the theme of the word circus is the same of Circe enchantress. Seduce in order to persuade, seduce in order to paralize, but on the move. To give a sense of schift while everything spins freely.                             

For example: the work of the italian artist Cesare Pietroiusti that mixes together performance and installation. The artist covers the gallery wall with three thousand tickets from one to five dollars previously hendled with sulphuric acid and singularly coded, stamped and signed, changing the bills in real unique works of art. The stamp brings this wording: “every money transaction realted to this work of art will nullify its author's sign and consequently change the same work in a fake” and the visitors will be allowed to remove one of the three thousand-dollars bill from the wall. The work condenses into the currency itself which would have to be its represention in therms of price, but which nullifies itself through the same artistic act. 

What exactly is false, the invalidated  ticket  or the depreciated work, or again the mechanism that often links the good to the intrinsic value of its price? In a short circuit that prompts to ask ourselves many questions about the two worlds of art and economy so interconnected and faschinating. Pietroiusti's intervention seems to be the most appropriate in order to penetrate the two systems' dynamics and reflect upon the double nature of subjects-objects that perceives us as the daily protagonists of the consumer society.

 
Arte, Prezzo e Valore @ Firenze

Un'immersione nei complessi rapporti che legano l’arte contemporanea al sistema economico globale attraverso lo sguardo e le opere di ventuno protagonisti della scena artistica internazionale. L’economia, che ha trasformato molti settori della vita politica, sociale e artistica dell’intero pianeta, diviene oggetto-soggetto delle opere e delle operazioni degli artisti, e viene così rivisitata e sviscerata in tutti i suoi complessi meccanismi che tengono in piedi diversi settori del mondo della produzione. La logica economica oggi è la legge che gestisce l’intero pianeta ma l’arte contemporanea sembra avere acquisito nel tempo un maggiore possesso delle relazioni in gioco e un solido distacco finalizzato a scardinare le dinamiche del potere.

 
 

Centro di cultura contemporanea a Palazzo Strozzi, Firenze
Dal 14 Novembre 2008 al 11 Gennaio 2009
Curata da Piroschka Dossi e Franziska Nori

Un'esposizione non semplice questa dedicata all’arte contemporanea in relazione al mondo dell’economia internazionale. Non semplice perché cade in un momento di crisi generale in tutti i livelli e settori sociali. Il mondo dell’arte da tempo si trova a dover convivere con le trasformazioni del mercato internazionale e le sue stranezze, i suoi capricci. Il senso del valore oramai scollato dal prezzo. I prezzi scollegati dalle merci. Le merci scollegate dalla loro funzionalità. La loro funzionalità sconnessa dal loro reale valore. Si potrebbe continuare all’infinito. Sì, perché il circo dell’economia somiglia in tutto e per tutto al circo dell’arte. Circo inteso come incantesimo, come un ottundimento da magia; non è un caso la che la radice della parola circo sia la medesima della maga Circe. Irretire per convincere, irretire per paralizzare ma in movimento. Dare una sensazione di cambiamento mentre tutto gira a vuoto. Ma torniamo alla mostra per addentrarci in questo percorso emozionante. Non passano sicuramente inosservate le due opere del protagonista indiscusso dell’arte e del mercato internazionale Damien Hirst, Grey Periodic Table Door del 1997-98 e A Lovely Day realizzata negli stessi anni. Il primo lavoro, una vera e propria porta, faceva parte dell’ingresso del ristorante londinese The Pharmacy e riporta parzialmente la tavola periodica degli elementi. Lo smembramento dell’arredo del ristorante, tutto esclusivamente realizzato da Hirst, e la vendita all’asta delle varie parti hanno trasformato un intervento artistico in una vera e propria caccia al feticcio, totalizzando un incasso complessivo di 11.132.180 sterline. Un record assoluto che sicuramente rende evidenti le doti di re Mida del nostro ma che non riscontriamo nella potenza estetica di una porta vergata da parte di una tavola periodica degli elementi. La seconda opera, una tela dipinti con inserimenti di farfalle, invece colpisce per la sua struggente portata emotiva. Il tema della vanitas, molto caro all’artista, viene manipolato in una sorta di fermo immagine drammatico ma al contempo carico di vitalità. Infatti i colori delle farfalle sul fondo matto generano una lirica danza immobile, percepita nello scorrere degli sguardi attraverso la tela. Una natura morta, che riluce dei pigmenti naturali delle ali candide o arcobaleno degli insetti, accompagna i nostri pensieri in un mondo ulteriore, un mondo di ricordi e di dialoghi silenziosi; non è un caso che le farfalle si ritrovino spesso nella simbologia sepolcrale di diverse culture del passato e del presente. Similarmente, in uno stato di sospensione e immobilità sospetta si muove la ricerca di Denis Darzacq, fotografo francese che presenta 4 fotografie CL montate su alluminio e incorniciate di grande formato. Nonostante il tentativo da parte dell’artista di immortalare street dancers in momenti delle loro performance all’interno di spazi inconsueti, le immagini, dal titolo Hyper sembrano volere ritrarre esseri umani sospesi o precipitanti all’interno di corridoi di ipermercati irrorati dalle luci al neon, che schiacciano ogni possibile ombra e profondità. Il risultato è incredibilmente potente emotivamente e genera un pathos assoluto. La sensazione al primo sguardo è stata quella di associare queste situazioni di caduta libera alle tragiche immagini delle persone che si lanciavano nel vuoto dalle torri gemelle l’11 settembre. C’è un dramma evidente nella posizione dei corpi, che non sembrano affatto galleggiare bensì precipitare, crollare, stare per impattare al suolo.
Di diversa natura è il lavoro dell’artista italiano Cesare Pietroiusti che interviene con un lavoro per mescola la performance all’istallazione. L’artista ha riempito una parete della galleria con tremila biglietti da uno e cinque dollari precedentemente trattati con acido solforico e singolarmente numerati, stampigliati e firmati, trasformando le banconote in vere e proprie singole opere d’arte. Il timbro riporta la seguente dicitura: “ogni transazione in denaro riguardante quest’opera invaliderà la firma del suo autore e di conseguenza trasformerà l’opera stessa in un falso” e i visitatori potranno staccare dalla parete e portare con sé una singola banconota delle tremila esposte. Sono evidenti gli elementi di entrambi i sistemi, quello dell’arte e quello dell’economia, che vengono messi in campo e vengono a sovrapporsi creando un simultaneo deragliamento. L’opera si condensa nella valuta stessa che la dovrebbe rappresentare in termini di prezzo ma si annulla attraverso l’atto artistico stesso. Cosa è allora falso, il biglietto invalidato o l’opera deprezzata, o ancora il meccanismo che spesso lega le merce al suo valore intrinseco e il suo valore intrinseco al suo prezzo. In un cortocircuito che spinge a porsi molte domande su questi due mondi così interconnessi e affascinanti come il mondo dell’arte e quello economico, l’intervento di Pietroiusti appare come il più indicato per addentrarsi nelle dinamiche dei due sistemi e riflettere sulla duplice natura di soggetti-oggeti che ci vede protagonisti quotidiani nella società dei consumi.

 


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Bibliography, links, notes:

Pen: Fabrizio Ajello
English Version: Arianna Carcano
Link: www.strozzina.org/arteprezzoevalore/

 
 
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