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Music - Musicians - Interview | by SuccoAcido in Music - Musicians on 01/10/2002 - Comments (0)
 
 
 
Daniele Brusaschetto

Personaggio tra i più appartati e misconosciuti dell’underground nostrano, Brusaschetto è da oramai un decennio animatore instancabile di una serie di progetti sonori in proprio o con altri artisti per i quali appare arduo rintracciare un minimo comun denominatore e ciò in ragione di una libertà espressiva che non ammette catalogazioni di sorta. E forse, ancor di più, per una strenua, radicale volontà di dissenso dall’ovvio e dal pensiero omologato. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con questo singolare eretico dell’evo post-atomico.

 
 

SA: Daniele, chi sei? Cosa fai? Chi ti conosce per quello che fai?

DB: Mi chiamo Daniele Brusaschetto .. vivo a Torino, mi piace Torino, sono nato a Torino. Nella vita lavoro come "operatore socio-assistenziale", presso una comunità alloggio per disabili psico-fisici. Troppo spesso il burn-out mi assale, dovrei fare qualcosa... licenziarmi? .. E poi chi mi mantiene?... problemi di tutti…Il tempo che mi rimane è dedicato a musica e relazioni affettive varie. Per quello che faccio qualcuno mi conosce, più in ambito musicale che socio-assistenziale... e va bene così…La cerchia è comunque ristretta, appassionati, curiosi, amici, pazzi vari...

SA: Ambito musicale? Dunque fai musica...come la definiresti la tua musica?

DB: Mi piace spaziare molto, collaborare... Il brusaschetto "solista" attualmente potrebbe essere orientato su un rock industrialotico, rumoroso ma non troppo, un po' folk, un po' fintoelettronico, ehm, dall'attitudine "pop". Ci sono però miriadi di produzioni "minori" -cdr, cassette, ecc..- collaborazioni estemporanee e qui gli orizzonti creativi si espandono, da musica improvvisata varia ad harsh noise, a rock "classico", a metal estremo, ad ambient, elettronica… qualsiasi cosa l'estro comandi.

SA: Innanzi tutto, qual è il momento che prediligi nel fare musica: quello compositivo o quello realizzativo?

DB: Mi piace assai il "prodotto" finito, osservare il disco cd o vinile nell'estetica, come "suonano" le copertine, le differenze stilistiche tra gli artworks di diversi albums... credo di essere abbastanza feticista in questo senso. Le tracce audio, una volta mixate-masterizzate..ecc, cerco di ascoltarle il meno possibile. Però il lato compositivo è per me -ovviamente- affascinante, mi piace sbizzarrirmi con diversissimi modus operandi, sia per la parte musicale sia le parole.

SA: Che processo segui nella composizione: prima le musiche e dopo i testi o viceversa?

DB: E' un bel casino…Diciamo che i testi vengono a priori, ci sarebbero in ogni modo, anche senza musica. Le "note" arrivano a poco a poco, da diversi supporti... In effetti anch'esse ci starebbero senza parole su... Poi arriva il tentativo di abbinare e adattare i due, un po' quello che succede al mattino, cercando nell'armadio il giusto pandan tra giacca e cravatta... (?!)

SA: In “Bluviola” sembri avere in parte abdicato alle atmosfere spoglie, quasi implose di “Mamma fottimi” per un approccio più comunicativo ed easy, se mi passi il termine… E’ una direzione per il futuro?

DB: Si, a me piace fare musica, non mi piace pensare di dover fare un caratteristico tipo di musica. Sto attualmente cercando la direzione più easy (si, EASY) di quello che può piacermi fare. Non lo vedo come un limite, mi sento influenzato e vicino a differentissimi stili: da cantautori a blackmetal, da noise a musica classica al rock'n'roll all'elettronica... Quindi, se proprio devo buttare soldi per qualcosa che forse qualcuno ascolterà, che almeno sia facilmente approcciabile... In qualsiasi caso la mia vena "rumorosa" non muore, continuerò a far uscire albums "harsh" ad edizione limitata, per la mia gioia e per quella di pochi altri.

SA: Ascoltando i tuoi dischi da solista, ho avuto l’impressione che sotto la superficie di una poetica votata all’analisi quasi clinica degli umani mali, si nascondano un’ironia ed un sarcasmo nerissimi. Mi sbaglio?

DB: Non ti sbagli! Finalmente questa domanda! Dio ti benedica!... o chi per lui.. Insomma, si, un esempio: se tu senti al telegiornale la notizia di un tal Alfredo Rossi - costruttore/venditore di vetri infrangibili- morto schiantato sull'asfalto dopo un volo di 30 metri- cascato da un piano alto di un palazzo abitato- dopo aver sfondato il vetro infrangibile di una finestra di sua produzione- nel tentativo di provare la sua resistenza agli urti.... E' notizia drammatica, triste, racconta di morte avvenuta, ma sfido chiunque a non sogghignare sull'idiozia della dinamica...

SA: I tuoi testi, tra i meno accomodanti del panorama italiano, spesso lasciano intravedere ascendenze colte. Ami la letteratura? Pensi vi siano degli autori che abbiano inciso sul tuo modo di scrivere?

DB: Amo la letteratura, ma non leggo quasi mai, non so perché, non riesco, è un handicap che mi porto dietro da quando ho imparato a distinguere le diverse lettere dell'alfabeto. Mi riesce difficile concentrarmi sulle parole, le frasi, una dietro l'altra, troppe, troppe per me... o meglio per la mia pigrizia...Ci sono senz'altro autori che hanno segnato il mio pensare, mi vengono in mente Kafka, Bukowski, Pasolini e diversi altri di cui non ricordo il nome... Simona Vinci non è male, Samuel Beckett... tanti sono gli scrittori che apprezzo...

SA: “La terra dell’arcobaleno” mi ha fatto venire in mente Gaber, pensa un po’…

DB: Gaber è un mito, mi lusinga molto la possibile attiguità. Non conosco molto di lui, però quel poco me lo fa apprezzare.

SA: La predilezione per ambientazioni e scenari industriali da cosa nasce? Chi apprezzi tra coloro che hanno utilizzato o utilizzano oggi questo linguaggio?

DB: Non saprei, probabilmente l'essere nato nella "grigia" Torino, dal mio papà operaio fiat, l'aver lavorato per un breve periodo come operaio (non fiat.. eheh)... Mah? Non trovo motivazioni che siano logico-ragionevoli al 100%. Dell'ambiente "industriale" mi piacciono molto gli Einsturzende Neubauten, i primi Godflesh, Swans e miriadi di altri gruppi/artisti ultrasotterranei.

SA: Quali ricordi hai dei tuoi lontani trascorsi hardcore e thrash-metal?

DB: I tempi nei quali suonavo HC/Thrash.. belli! Purtroppo non ero abbastanza organizzato, non ho mai concluso niente di concreto, però ultimamente mi sta venendo di nuovo voglia di tirar su un progetto death/grind .. eheh.. vedremo...

SA: E dell’esperienza con Mudcake e Whip?

DB: Grandi! Sono quei vissuti che tieni stretti, indimenticabili, adolescenziali ma non troppo, creativi, intensi. A volte mi mancano, vorrei ristampare qualcuna delle registrazioni passate, forse accadrà...

SA: Da fonti sicure ho sentito dire che artisticamente sei sottovalutato in Italia e se parli di cerchia ristretta me lo confermi, vero?...perché sottovalutato? succede anche all'estero?

DB: eheh, qui c'e' lo zampino del bruno dorella/bar la muerte & co... vero? Non, saprei, e' possibile, raffrontando gli investimenti umani/temporali/economici ai risultati... e' meglio mettersi a ridere.... ma penso sia un problema usuale.... il mondo gira per conto proprio, non serve e, non vale la pena recriminare nulla (quasi...). L'estero. E' bello suonare in terre straniere, conoscere persone, culture diverse... pane per lo spirito.Sicuramente i riscontri di attenzione, a livello di ascolto produzioni e concerti, e' notevolmente maggiore al di là delle alpi e del mediterraneo, qualsiasi nazione indifferentemente.poi dipende, a volte capitano belle cose anche in Italia. L'ultimo disco e' uscito per la radon studio, etichetta 'mericana...Lo stivale e' pienamente appagato, probabilmente, nel succhiare ciecamente tutto quello che il mercato dominante -usa=dollaro e united kingdom=sterlina- ci propina... anche a livello underground! Non e' un problema solo mio, anzi... Secondo voi e' un fattore di "qualita'(??)" del "prodotto" musicale o di potere economico?…eheh, io so la risposta, e voi?Ad esempio, quanti conoscono bands/artisti spagnoli, bulgari, ukraini, indiani, filippini...esistono anche lì... se solo avessero "potere di espressione"... E noi stiamo a guardare mtv... Ma sono discorsi vecchi, non fanno audience e, soprattutto, non frega niente a nessuno.Ora ho parlato di musica, ma pensiamo a dollaro/sterlina, ora anche euro, riferiti a tutto il sopraffare sociale/economico di cui tutti sappiamo…insomma, perché le torri gemelle sono venute giù?!... non si può mica vivere rosicando in eterno il paese dei balocchi! La bilancia ha due piatti, se uno e' pieno e tocca la base dello strumento misuratore… Bisognerebbe cambiare qualcosa.

SA: Hai vissuto l’esperienza del tour negli U.S.A. poche settimane dopo l’attacco alle Torri gemelle. Sensazioni?

DB: Bandiere a stelle e strisce ovunque, l'atmosfera anomala c'era. La gente era tendenzialmente divisa tra coloro che si sentivano violentati, quelli poco interessati all'accaduto e, i soddisfatti per lo smacco all'impero del $

SA: Cosa pensi di Lindo Ferretti? E di Battiato?

DB: Beh! Due grandi figure del panorama musicale italico, purtroppo solo italico... Forse.. Mi piacciono CCCP, CSI, Ferretti solista, Battiato tutto

SA: Qual’è, a tuo parere, lo stato di salute dell’underground musicale nostrano?

DB: L'underground italico, come quello della maggior parte delle nazioni al mondo, è florido, ci sono moltissime realtà validissime. Viceversa le strutture di "business" nell'intorno musicale sono abbastanza miopi. Ma questo, secondo me, non è un problema di vedute limitate. Faccio un esempio:

-Un locale/club a Città Di Castello (cittadina umbra) ha un guadagno netto di 1000 euro al mese espletando le sue funzioni di locale "tipico": birre, patatine, coverbands... Ogni tanto può permettersi di far suonare qualche band con repertorio "personale" andando ovviamente in rosso.

-Un locale/club a Milano (capoluogo lombardo) ha un guadagno netto di 5000 euro al mese espletando le sue funzioni di locale "tipico": birre, patatine, coverbands... Ogni tanto può permettersi di far suonare qualche band con repertorio "personale", non si accorge neanche di essere andato in rosso... e, anzi, magari riesce a mantenere una sera alla settimana per questo tipo di appuntamenti e, inizia a guadagnarci su soldi.

Morale: se una nazione è ricca-valida economico-politicamente può permettersi qualsiasi cosa, altrimenti no. E' oggettivo, non si possono pretendere tonnellate di frutta da un albero bonsai...Le potenzialità ci sono, ma le possibilità di concretizzazione no.

SA: Cosa ti piace e cosa non ti piace? Tra le esperienze e le collaborazioni avute con altri artisti, di quali serbi un ricordo migliore?

DB: Mi piace quasi tutto: l'empatia estrema del momento comune compositivo-improvvisativo, lo scambio intenso amicale del periodo collaborativo... etc etc... Non mi gusta la pesante stanchezza che arriva, a volte, quando si accavallano troppi impegni. Quando, cercando di acchiappare tutte le occasioni possibili, perdi per la strada un pezzetto di cervello e/o altro... E' il caso di questo periodo, troppi impegni musicali tutti in una volta, tutti inconclusi o venuti male... Credo di aver bisogno di un po' più di relax... I ricordi migliori sono i vari tour europei/USA fatti con i Sikhara, gruppo americano gestore dell'etichetta Radon, le stupidaggini che ci si dice vicendevolmente con Mirco e Bruno -della mia banda- durante i viaggi. Registrazioni d'insieme e scambi compositivi vari con Voltage Regulator, Sandblasting, (r), etc etc..

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
All images, photographs and illustrations are copyright of respective authors.
Copyright in Italy and abroad is held by the publisher Edizioni De Dieux or by freelance contributors. Edizioni De Dieux does not necessarily share the views expressed from respective contributors.

Bibliography, links, notes:

pen: Davide Romeo

link:

www.danielebrusaschetto.com/

http://www.myspace.com/brusaschetto

 
 
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