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Music - Focus - Article | by SuccoAcido in Music - Focus on 01/07/2003 - Comments (0)
 
 
 
In crust we trust??? (parte 1)

In crust we trust??? Riflessioni sull'anarcopunk italico e non...

 
 

COME FUNZIONA

Credo che un buon modo per dare un’occhiata allo stato di salute dell’anarcopunk sia partire dai concerti, sia perché è difficile districarsi tra la miriade di uscite più o meno sommerse, sia perché questi dischi (introvabili o quasi nei negozi) si usano reperire proprio in occasione dei gigs, che spesso si trasformano in un’orgia di banchetti di etichette e distributori provenienti da ogni dove. La cosa interessante di questo sistema è che effettivamente funziona: ci sono tantissimi gruppi anarcopunk (o grind, o crust, generi diversi ma in qualche modo legati) che vendono migliaia di copie dei loro dischi semplicemente così, ai banchetti, attraverso una rete mondiale di scambi e piccole distribuzioni. Questa rete internazionale permette a molti gruppi di fare colossali tour europei, senza grandi rimborsi spese ma ben al riparo dalle situazioni che capitano nel circuito più commerciale, come promoters disonesti, rimborsi tagliati con ogni pretesto et similia. Anche se la situazione è meno paradisiaca rispetto a un paio d’anni fa, resta un’oasi dove l’onestà e la complicità tra organizzatori etichette pubblico e bands la fanno da padrona.

C’E’ BISOGNO DEI WOMEN’S FESTIVAL?

Il primo spunto di riflessione mi giunge quindi dai 3 giorni del Rdece Zore al Menza Club di Ljubliana, in Slovenia. Il Menza fa parte della gigantesca struttura (una volta occupata ed oggi legale) del Metelkova, il più grosso centro sociale della città. Rdece Zore è un festival al femminile, con valenza politica, cioè parte dal presupposto che ci sia ancora da lavorare perché la condizione della donna a tutti i livelli, anche quello artistico, sia paritaria. Parto dunque al seguito delle Allun, gruppo femminile che i lettori di Succo già conoscono, con la curiosità di vedere se, a parte il ritrovarsi delle varie comunità femminili – femministe e lesbo, ci sia davvero bisogno di un festival così. A posteriori posso dire che a livello artistico (il festival aveva varie sezioni di arti visive, video, performances – le Allun erano qui in questa veste) la qualità delle proposte era eccellente, mentre a livello musicale sono rimasto un po’ interdetto. I 2 gruppi femminili che sono stati trovati erano uno un gruppo sloveno di rock standard, e l’altro le ex Pieklo Kobiet (credo si chiamassero Fuck Finger, ma non ci metto la mano sul fuoco), crusters polacche che hanno dato vita ad un concerto non certo entusiasmante, con la batterista ad inventarsi completamente e a caso qualcosa di simile al tipico tupa tupa di dischargeiana memoria. Se non altro però queste ragazze polacche si sono dimostrate tra le poche veramente interessate al tema della serata, portandosi dietro la loro fanzine Wiedzmg O Wiedzmach (Witches About Witches) ed interessandosi alla distribuzione che avevo portato, selezionando solo materiale “all grrrls”. Assieme a me c’era una sola distribuzione “women-oriented”, quella della mitica Giulia Vallicelli di Roma. L’altro banchetto presente era quello della megadistribuzione polacca Trujaca Fala, in tour con la band, che proponeva in realtà la solita minestra di gruppi americani maschi (e per lo più bianchi, a voler guardare), minestra che ovviamente ha soddisfatto più palati che non le misere opere di donnicciole portate da me e Giulia. In generale, se l’afflusso di gente e di donne è stato buono, e se le altre arti erano ben rappresentate, forse nella musica (nell’anarcopunk in particolare, ma credo in tutta la musica) c’è ancora bisogno di parecchi women’s festival prima di creare un vero coinvolgimento femminile in una scena al momento parecchio maschile.

GRUPPO AMERICANO = QUALITA’?

In questa scena, come in molte altre, esiste un passepartout che permette ad un gruppo di suonare ovunque, in ogni squat, in ogni nazione, in ogni giorno della settimana, senza nemmeno bisogno di sprecare cd promozionali o insistere troppo (anzi, spesso c’è solo l’imbarazzo della scelta perché tutti i posti vogliono ospitare detto gruppo). Qual è questa ricetta magica, questo “apriti sesamo” per le porte del punk ? semplice: essere americani. Cosa? Proprio far parte di quel paese imperialista, di quella cultura standardizzante, eletta a nemica acerrima proprio dalla comunità anarcopunk come da qualunque movimento antagonista? Sissignori. Certo, sono gruppi americani in opposizione al sistema del loro paese, in opposizione al “sistema” in generale, ci mancherebbe. Un gruppo francese di domenica sera? Mmmmh, non viene nessuno. Un gruppo italiano in tour? Sì, ma solo di spalla a qualcuno di conosciuto. Un gruppo americano, anche di lunedì sera? LO VOGLIO! Ora, non è un segreto che il rock and roll, e quindi anche i suoi derivati tra cui punk e anarcopunk, sia roba da yankees, musica che fa parte del loro DNA come il liscio per un romagnolo e il tango per un argentino. Ma mi viene da riflettere molto quando penso a quanta difficoltà hanno i gruppi italiani ad organizzarsi uno straccio di tour nel loro paese ( praticamente ti fanno suonare solo nei weekend ), mentre un gruppo a malapena decente come gli Atrocious Madness fa un tour spaventoso in Europa, suonando tutte le sere dalla Grecia alla Lituania, dalla Francia alla Danimarca. Certo, sono un gruppo con dei dischi alle spalle, alcuni di loro facevano parte di formazioni storiche nel genere ( Resist, Detestation …). Sono anche simpatici. Ma la musica … Il concerto che vedo alla Sede di Vigevano è semplicemente un concerto di crust visto e stravisto, fatto anche non troppo bene, con una chitarrista irritante che sembra stia guardando la televisione invece di essere impegnata in un concerto. Al confronto gli alessandrini Jilted fanno un figurone col loro concerto sempre nello standard del genere ma bello tirato, col sudore che cola a fiotti.

LA 2 GIORNI

In piena corrispondenza con le esigenze sociali e lavorative, il movimento anarcopunk esplode nei weekend d’estate (a giugno e luglio, per agosto non c’è concerto punk che tenga) con le 2 giorni sparse lungo tutto lo stivale, dal Piemonte alla Puglia. Festival che diventano raduni a cui si ritrova bene o male sempre la stessa gente, che infatti pian piano si è organizzata per non farli coincidere. Spesso le 2 giorni hanno valenza politica , o sono contro lo sgombero di qualche squat , o sono dei benefit , tutto insomma nel giusto spirito anarcopunk . Quest’anno posso parlare del mitico “Summer Extravaganza” di Roma (che a onor del vero è durato un giorno solo) giunto forse all’ultima edizione (il pratone che ogni anno veniva occupato è stato acquistato da un privato … a proposito: Roma, quartiere periferico e proletario di Torre Maura. Ogni anno un pratone viene occupato senza chiedere nulla a nessuno , si fa una bella festa , si suona fino a tardi , il giorno dopo si ripulisce , il vicinato non solo non protesta , ma spesso viene a farsi un giro coi bambini che si siedono accanto ai punkabbestia e ai loro cani , il bar a pochi metri non chiude , non scrive “guasto” sulla porta del bagno , tratta bene tutti , e non c’è mai stato mezzo problema . Ma allora perché a Milano, Trento o Genova i vigili non ti farebbero nemmeno finire di montare il palco?), gruppi quest’anno non tutti entusiasmanti e, a parte i miei OvO sui quali non sono imparziale, sono stati davvero notevoli i mitici Frank Drebin e gli esordienti Inferno All Stars, entrambi romani. Anche alla Sede di Vigevano la 2 giorni è riuscita bene , forse con meno afflusso del previsto , ma era già luglio inoltrato … tipica serata in cui più dei gruppi ha valore il clima umano amichevole e complice . Segnalo dunque la rappresentativa ligure con Affranti e Crime Gang Bang , gli esordienti bergamaschi BCO e gli esordienti autoctoni No One By My Side. Altri simili festival molto importanti ai quali non ho potuto presenziare sono stati quelli contro lo sgombero della Cascina Occupata di Torino, durato ben 6 giorni (purtroppo non è bastato , lo squat è stato sgomberato) , e quello contro lo sgombero del Confino di Cesena , per ora fortunatamente ancora occupato .

Nella prossima puntata: black bloc fashion, MDC, trash parties … altro che Biutiful …

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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pen: Bruno Dorella

 
 
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