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Cinema - Film Reviews - Review | by GiorgioLisciandrello in Cinema - Film Reviews on 26/02/2008 - Comments (0)
 
 
 
Into The Wild - Nelle terre selvagge / Sean Penn / 2007 / 148'

Doloroso e appassionato, lucido e trasparente, l'ultimo film di Sean Penn si tinge della compostezza del cinema classico americano per raccontarci l'insofferenza nei confronti del mondo moderno.

 
 

Regia: Sean Penn
Interpreti: Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker, Catherine Keener, Vince Vaughn, Kristen Stewart, Hal Holbrook
Durata: 148 min
Nazionalità: USA
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Tratto dal libro "Nelle terre estreme" di Jon Krakauer (Ed. Il Corbaccio)

Sono di nascita troppo nobile per diventare proprietà di qualcuno / per essere il secondo al comando, / o bravo servo e strumento / di qualunque stato sovrano al mondo. (H.D. Thoreau cit. in Disobbedienza Civile)
Esistono delle frasi, sottolineate a penna su libri consunti da letture smaniose, che alle volte cambiano la vita delle persone, che illuminano quella parte di mondo da sempre chiuso in noi stessi che cerca soltanto una condivisione nell’altro per trasformarsi in qualcosa di concreto.
Inizia proprio da Henry David Thoreau il nuovo film di Sean Penn, dalle letture appassionate di un ragazzo che, suggestionato dall’opera del filosofo e scrittore statunitense, decide di abbandonare il suo ruolo di giovane ricco e di belle speranze per spingersi, all’insaputa di tutti, verso le zone più impervie degli Stati Uniti.
Basato su una storia vera, il film narra le vicende di Christopher McCandless, un giovane ragazzo statunitense che, stanco di una società malata fondata su valori artificiosi e ingannevoli e spinto dalla necessità di ritrovare un contatto intimo e profondo con la natura, dona tutti i suoi risparmi in beneficenza, abbandona la sua auto in un deserto e dà simbolicamente fuoco a qualche centinaio di dollari, per rinascere con un nuovo nome, Alex Supertramp. Il rifiuto di una vita vissuta fino ad allora nella sofferenza causata della cecità dei genitori, è lo stimolo più forte per intraprendere la sua avventura.
Da questo momento in poi comincia una nuova vita per Alex, scandita dai capitoli che compongono il film: L’infanzia, L’adolescenza, La maturità, La famiglia, L’età della saggezza.
Si tratta di un viaggio verso l’interno di sé e della Natura, un percorso, all’interno del continente americano, fatto di ricerche “On the Road” alla Kerouac, nella cultura hippie degli anni ’70 dove il sogno americano si infrange per lasciare il posto a spazi sterminati e a solitudini smisurate. Costruito attraverso un periodare ricco di improvvisi capovolgimenti, di corto circuiti narrativi, di lunghe sequenze appassionate, Into The Wild, spinge fuori tutta l’inquietudine dell’uomo, ingabbiato all’interno di una società in cui poco o nulla è concesso alla vera natura umana, in cui i rapporti familiari e interpersonali trovano una dimensione aperta solo nella sofferenza, nella condivisione di un destino accettato rassegnatamente.
Intensa e accalorata la critica sociale, resa con scene apparentemente poco importanti: uno sguardo di compatimento verso un televisore in cui l’allora presidente degli Stati Uniti, Bush padre, pronuncia delle parole che sembrano cadere nel vuoto, lontane anni luce dalle consapevolezze acquisite dal giovane Alex a contatto con la realtà non filtrata da schermi deformanti.
Il rischio però è alle porte in quanto, con lucidità e trasparenza, il regista sembra porre al di sopra di tutto la coscienza individuale, la ricerca di qualcosa rivolta soltanto verso se stessi. E’ una delle frasi finali a riscattare il film, un’annotazione del protagonista appuntata su una copia de “Il Dottor Zivago”: "La felicità è vera solo se condivisa". Di fronte a questa nuova coscienza, Alex è pronto a perdonare i suoi genitori, a riabbracciarli nei suoi ultimi pensieri, consapevole di aver acquisito nuovi occhi con i quali guardare al mondo

 


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Pen: Giorgio Lisciandrello

 
 
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