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Writing - Publishers - Interview | by SuccoAcido in Writing - Publishers on 01/03/2003 - Comments (0)
 
 
 
ExCogita Edizioni

ExCogita: piccola casa editrice milanese - progetto coraggioso. Pubblicare libri... dove? come? con chi? Il progetto ExCogita tenta di dare spazio e risposte a chi si agita fra parole e silenzio, e il più delle volte rischia di restare inascoltato... incontro con Luciana Bianciardi.

 
 

SA: "Non vi sono forse giorni della nostra infanzia che abbiamo vissuto così pienamente come quelli che abbiamo creduto di aver trascorso senza viverli, i giorni passati in compagnia di un libro prediletto". Ha mai provato le sensazioni narrate da Proust nell’incipit de "Il piacere della lettura"?

LB: Sì, fin da piccola ho sempre amato molto la lettura. Ricordo che alle elementari avevamo una piccola biblioteca di classe: a quei tempi la scuola cominciava il primo di ottobre, e io leggevo tutti i libri disponibili prima dell’inizio delle vacanze di Natale; allora la maestra mi mandava a prendere "in prestito" altri libri dalle altre classi: credo di essere arrivata in quinta elementare ed aver letto tutti i libri della scuola. Quando fui operata di tonsille, in seconda elementare, chiesi e ottenni come "regalo di incoraggiamento" "Il mago di Oz", che non avevo ancora letto: era un libro illustrato, come si usava negli anni sessanta, e andando in sala operatoria pensavo a Dorothy e al leone, e cercavo di non aver paura. Comunque, fin dai primissimi libri dell’infanzia, il mio piacere della lettura era anche un piacere "di ascolto": in realtà i libri mi parlavano, mi si raccontavano, con voci diverse a seconda dei personaggi e con una voce che ricordo molto simile a quella di Foà che aveva la funzione - sempre, in tutti i libri che leggevo, dal "Novellino" a "Piccole Donne" - di narratore. Forse in questo era complice mio fratello, che aveva un disco di poesie di Leopardi lette da Foà: io le ascoltavo di nascosto (erano dischi preziosi, non si dovevano rovinare) e quella voce mi creava suggestioni a volte superiori a quelle poetiche, che non sempre —dato che ero molto piccola- riuscivo a cogliere. Per cui, direi che sono d’accordo con l’affermazione di Proust, anche perché per la mia generazione è stato molto facile: allora la televisione cominciava alle cinque del pomeriggio e alle sei era già finita. L’imperativo categorico era "a letto dopo Carosello" e i viaggi si facevano una volta all’anno, così come le fotografie: di solito al mare, con il pallone grande che il fotografo si portava dietro sulla spiaggia.

SA: Quando ha cominciato a pensare al progetto di ExCogita?

LB: Ho lavorato come traduttrice e curatrice per vent’anni per le Case Editrici più importanti, e quello che mi stupiva era che i testi che mi affidavano erano un po’ sempre la fotocopie dei precedenti: stessi nomi, stessi plot, stessi stereotipi di personaggi. Dentro di me mi chiedevo: possibile che non ci sia niente di nuovo, possibile che sia tutto qui? E ogni giorno vedevo in redazione la consueta fila di persone che arrivavano con i dattiloscritti nella cartella, pieni di speranza, e che si sentivano immancabilmente ripetere: "I nostri tempi di lettura sono in media sui trentasei mesi…" Tre anni: intanto il redattore andava in pensione, il direttore editoriale veniva licenziato, il gruppo cambiava proprietario, e il dattiloscritto finiva regolarmente nel cestino… Io traducevo, spesso a ritmi infernali, per consegnare nei termini previsti: e molto spesso il libro non usciva, perché "non aveva prenotato a sufficienza", mi dicevano; perché l’autore non era famosissimo, non andava in televisione, non era un politico, né un comico, né una valletta… Così, giorno dopo giorno, ho cominciato a pensare che bisognava far qualcosa di nuovo, bisognava dare opportunità anche a chi non era una valletta o un comico, bisognava "escogitare" il modo di tirar fuori dai cassetti tutto quel materiale che non era affatto inferiore a tutti quei romanzi che si vedevano in libreria. Ecco, è nata così l’idea di ExCogita, con quella maiuscola che sottolineava l’idea della "res cogitans".

SA: Come opera e come si muove una piccola casa editrice all’interno di un panorama editoriale dominato da due o tre grandi nomi?

LB: Con tanta fatica; però la nostra forza sta nel fatto che i nostri libri sono come i nostri figli: li vediamo nascere, crescere, ci fanno arrabbiare, ci rendono felici… E poi, finalmente, vediamo il libro in tutti i suoi aspetti: la grafica di copertina, il titolo, la prefazione, e giù giù fino al carattere, al corpo, alla carta e alla sfumatura di colore. I grandi editori smembrano il libro in vari settori, e chi progetta la copertina non sa nulla del romanzo, o dell’autore. A me è capitato addirittura di sentire colleghi traduttori che traducevano una parte di un libro, mentre altri colleghi facevano altre parti: "per rispettare i tempi di uscita", dicevano, e se il controllo finale non era più che attento, due personaggi che nel primo capitolo si davano del tu finivano col darsi un rispettoso "lei" (se non addirittura un sinistro "voi") nell’ultimo…

SA: Il romanzo o la raccolta di poesie che più ha amato tra quelli pubblicati dalla sua casa editrice.

LB: Be’, sarebbe come chiedere a una madre quale dei figli preferisce: impossibile - oltreché imbarazzante- rispondere: ognuno di loro mi è caro, anche se in modo diverso

SA: A tal proposito, qual è il libro che ha sempre sognato di pubblicare?

LB: Le raccolte di poesie di ragazzi intorno ai vent’anni: perché sono ancora autentiche, perché non credo che i giovani non siano tutti rimbecilliti di TV, perché non credo nella morte della poesia, perché la trovo una grande occasione di crescita e di apprendimento autentico. ExCogita sta realizzando una cosa del genere, che spero di poter presentare alla Fiera del Libro di Torino quest’anno.

SA: Quali sono i criteri che adotta per selezionare i dattiloscritti che vengono recapitati alla redazione della casa editrice?

LB: Ho un manipolo di lettori (devo dire bravissimi, anche se di recente acquisizione) che legge (in fretta ma con grandissima cura) tutto quello che perviene in redazione e compila una scheda: ogni dattiloscritto viene letto mediamente da cinque persone, diverse a seconda del genere. In redazione raccogliamo le schede di lettura, le confrontiamo e poi…decidiamo.

SA: Un autore emergente che consiglia ai nostri lettori.

LB: Per la narrativa, segnalo Paolo Pasi (ha pubblicato con ExCogita la raccolta di racconti "Ultimi messaggi dalla città" e abbiamo in preparazione la seconda raccolta); a chi volesse una lettura più romantica, invece, consiglio Roberta Lepri che in aprile uscirà con il suo primo romanzo "Sulla terra, a caso". Per la poesia, infine, raccomando Lorenzo Gattoni con la raccolta "La frattura del sorriso".

SA: Per finire, un consiglio che si sente di dare a tutti gli aspiranti scrittori.

LB: Nessun consiglio di tipo "letterario", ma uno eminentemente pratico: corredate il vostro lavoro con una scheda che riporti dati anagrafici, indirizzo, telefono, cellulare e e-mail; sembra impossibile, eppure non tutti lo fanno e ci troviamo con lavori spediti via internet da una casella postale identificata con uno pseudonimo; contattiamo l’autore, e quello ci risponde da un’altra casella con un altro pseudonimo, spesso dimenticando di firmare. Oppure riceviamo dattiloscritti in cui il mittente figura solo sulla busta: se questa viene per errore stracciata, perdiamo ogni contatto…

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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Bibliography, links, notes:

pen: Letizia Lepri

link: www.excogita.it/

 
 
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