“Assenza/Essenza” nasce da un lavoro fotografico realizzato da Luisella Daina, a partire dal 2010, in quei luoghi in cui tutto appare distrutto, ridotto in macerie: vecchie fabbriche in disuso, antiche dimore, chiese e locali. Edifici che hanno in comune il totale stato di degrado e di abbandono, teatri di un’assenza quasi tangibile. Tuttavia “Assenza/Essenza” non è un lavoro di documentazione sui luoghi degradati in Sicilia ma un viaggio di scoperta privato, introspettivo reso necessario da una crisi che chiama a gran voce nuove modalità e nuovi percorsi non ancora tracciati.
La mostra a cura di Giulia Scalia presenta una selezione di quattordici fotografie a colori.
Afferma l’autrice: “mi sono chiesta cosa stessi cercando in quei luoghi devastati, inseguivo un gusto romantico e decadente? Nulla di tutto ciò. Stavo facendo un viaggio dentro me stessa, attraverso quei posti in cui volevo specchiarmi riuscendo così a tirare fuori i brandelli di ciò che si era distrutto dentro di me.”
La crisi infatti ha indotto la fotografa a valutare nuove modalità inedite che l’hanno accompagnata verso una rinascita creativa. Tramite la conoscenza e la consapevolezza di sé stessa, la fotografa ha realizzato un’ampia ricerca ove emerge costantemente il dialogo tra il dentro e il fuori, tra il buio e la luce, tra la devastazione e la possibilità ancora inespressa di una nuova vita e di un nuovo mare. Sarà presentata al pubblico una selezione di quattordici fotografie a colori, di medio e grande formato, accompagnate da un testo critico di Giulia Scalia.

Biografia

Luisella Daina fotografa free lance, si avvicina alla fotografia in giovane età. Da bambina infatti aiutava il papà, foto amatore esperto, in camera oscura. Da subito rapita dall’espressività delle immagini in bianco e nero, sperimenta il piacere della fotografia e lo porta avanti per gioco, affiancandolo agli studi universitari. Laureatasi in lingue, viaggia per l’Europa e non dimentica mai di portare con sé la sua reflex. Dopo alcuni anni impiegati lavorando nel settore della formazione, decide di riprendere in mano la propria vita e fare della fotografia un mestiere, l’unico cui vuole dedicarsi. Studia, frequenta i maestri (tra cui Gabriele Mastrilli e Salvo Veneziano) che le forniranno la chiave per comprendere che la fotografia è anche un faticoso lavoro di ricerca. Si affaccia fin da subito alla fotografia di reportage con un servizio commissionato dalla fondazione “Falcone”. In seguito porta avanti numerose collaborazioni fotografiche che la vedranno impegnata in vari ambiti, dalla fotografia di scena, principalmente riprese teatrali di spettacoli di prosa, alla fotografia commerciale. Da circa un anno collabora con varie agenzie, tra cui la “Kika press” per la quale ricerca e produce reportage pubblicati dalla stampa nazionale.