Mimmo Cuticchio drammaturgia, regia e oprante recitante
Giacomo Cuticchio aiutante di prima quinta
Sara Cuticchio e Fulvio Verna aiutante di seconda quinta
Tania Giordano aiutante di palcoscenico
Mimmo Cuticchio, il più noto contastorie del nostro tempo, legato da un rapporto artistico e professionale (oltre che di intensa amicizia) con la Fondazione Musica per Roma, in occasione dei 50 anni della sua carriera lavorerà all’Auditorium non più solo durante le festività natalizie. In programma alcune “serate speciali”, spettacoli in cui in un unico episodio si racconta la storia di un eroe, di un fatto accaduto o di un avvenimento. Le serate speciali erano messe in scena già nella seconda metà dell’Ottocento, fino agli anni sessanta per attrarre nuovo pubblico. Erano storie di malagiustizia, d’amore, di briganti, di santi… 371 erano le serate della Storia dei Paladini di Francia che fino agli anni Sessanta gli opranti mettevano in scena durante la realizzazione del ciclo a puntate che si snodava sera dopo sera dinanzi a spettatori fedelissimi i quali, non solo sapevano ogni passaggio della vicenda, ma si dimostravano giudici implacabili dell’esecuzione teatrale. Nella rigorosa maestria e nel desiderio di sperimentare di Mimmo Cuticchio è possibile avvertire la profonda teatralità del teatro dei pupi, che trae il proprio significato da un rito arcaico, eppure ben radicato nell’immaginazione collettiva; è quel rito che allude alle origini della civiltà, basandosi sulla necessità del gioco nello sviluppo dell’individuo, come sull’incessante combinarsi di racconto e rappresentazione, di esaltazione e sacrificio, di fantasia e illusione. I passaggi convenzionali degli spettacoli, nelle singole scene, evidenziano un’osservanza rispettosa delle tecniche apprese dai maestri e dalla famiglia, tuttavia ciò non limita per niente la vocazione di Mimmo Cuticchio a realizzare, di volta in volta, una messinscena del tutto personale. Ciò si avverte nella tenuta del tempo scenico, un tempo talmente controllato nei singoli passaggi esecutivi da annullare la stessa materialità dei pupi, e nella pulizia della recitazione, sospinta dallo stesso Cuticchio lungo i sentieri della modulazione vocale maschile/femminile, magico/mostruoso, sentimentale/diabolico, e così via.
Mimmo Cuticchio: oprante, puparo e cuntista. Una definizione corretta ma insufficiente a descrivere il suo ruolo di autore e regista fra i protagonisti della nuova scena italiana. Le innovazioni e le contaminazioni da lui operate, pur nel sostanziale rispetto della tradizione, lo collocano, a pieno titolo, tra i maggiori rappresentanti del teatro di sperimentazione. Ne sono testimonianza i numerosi allestimenti messi in scena negli ultimi vent’anni, che integrano elementi provenienti dalla pratica dei pupi, da quella del cunto e dalle esperienze del teatro d’avanguardia. Il rapporto di Cuticchio con diverse espressioni della scena contemporanea è altresì ribadito dai suoi complessi e assidui rapporti col cinema. Per la rassegna Suona Italiano, il 4 dicembre alla Fondation Royaumont di Parigi, Cuticchio presentarà il cunto del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi, accompagnato dall’Ensemble del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo.
Giacomo Cuticchio musiche originali
Marco Badami violino
Francesco Biscari e Alessio Pianelli violoncelli
Mauro Vivona corno
Nicola Mogavero sax
Lo spettacolo ripercorre le tappe essenziali della Passione di Cristo, senza tralasciare i conflitti che persistevano in quel tempo tra il potere di Roma e i rivoluzionari di quei luoghi sacri, con a capo Barabba. Le musiche di Giacomo Cuticchio sono eseguite dal vivo. L’unica rielaborazione è la celebre musica jone di Enrico Petrella che le bande musicali intonano durante la processione del venerdì santo. Gli opranti fin dall’800 hanno fatto inserire questa melodia nelle suonate del pianino a cilindro e ancora oggi la utilizzano nelle scene drammatiche dei loro spettacoli. |